Allerta truffe bancarie telefoniche: ecco cosa non devi mai dire al telefono

Negli ultimi anni, il fenomeno delle truffe bancarie telefoniche ha raggiunto livelli allarmanti, complice l’evoluzione delle tecniche di raggiro e l’utilizzo di nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale. Seguendo le dinamiche di inganno più recenti, decine di migliaia di cittadini ogni anno rischiano non solo la loro privacy, ma anche i risparmi di una vita. Le frodi telefoniche, sempre più sofisticate, hanno come obiettivo principale quello di indurre l’utente a fornire informazioni bancarie sensibili o a compiere azioni che possano compromettere la sicurezza dei propri conti correnti.

Nuove tecniche di raggiro: lo spoofing e la voce sintetica

I truffatori, grazie allo spoofing, riescono a celare la propria identità facendo apparire sul display del telefono un numero apparentemente affidabile, spesso identico o molto simile a quello della propria banca. Questo stratagemma psicologico, oggi amplificato dall’uso di phishing telefonico, permette ai criminali di guadagnarsi la fiducia della vittima, invogliandola a rispondere nonostante qualche sospetto iniziale.
Negli ultimi mesi è emerso l’impiego dell’intelligenza artificiale per generare voci sintetiche. Attraverso questi strumenti, i truffatori sono in grado di manipolare il tono e il timbro della voce, inducendo il destinatario della chiamata a credere di essere realmente in dialogo con il proprio istituto bancario.
La gravità di questo modello di truffa si evidenzia soprattutto quando il sistema riesce addirittura a far pronunciare frasi mai dette dalla vittima, come l’assenso a un contratto o la conferma di un’operazione. Proprio per questo motivo, gli esperti consigliano di evitare categoricamente di pronunciare la parola “sì” durante qualsiasi chiamata sospetta e di riagganciare immediatamente in caso di dubbi sull’interlocutore.Phishing

Dati che non vanno mai rivelati: regole fondamentali

Indipendentemente dalla strategia adottata dai truffatori, esistono informazioni che non devono mai essere comunicate al telefono, anche se la persona dall’altra parte afferma di lavorare per la banca. Queste informazioni comprendono:

  • Numeri di conto bancario: fornire questo dato significa esporsi al furto di identità e al rischio di prelievi non autorizzati.
  • Codici di sicurezza: PIN, password dell’home banking e codici OTP sono la chiave di accesso ai propri risparmi. Nessun operatore bancario competente chiederà mai questi dati telefonicamente.
  • Numeri e dati delle carte di credito: anche solo la comunicazione di una parte del numero della carta può compromettere la sicurezza.
  • Dati anagrafici completi, come indirizzo di residenza, luogo e data di nascita o codice fiscale, specialmente se richiesti insieme ai dati finanziari.

E bene ricordare che le bancarie e finanziarie non richiedono mai di aggiornare dati, confermare transazioni o comunicare codici in modo proattivo al telefono. Qualsiasi richiesta di questo tipo è sicuramente sospetta.Spoofing

Le domande insidiose e gli schemi più diffusi

Le frodi non si consumano sempre secondo uno schema unico. Spesso le vittime vengono messe sotto pressione, invitate a rispondere rapidamente e indotte a rivelare informazioni personali. Alcune delle domande più comuni nelle truffe telefoniche bancarie sono:

  • “Le telefono dalla sua banca, c’è stato un tentativo di accesso al suo conto. Può confermare la sua identità, per favore?”
  • “Abbiamo notato delle attività sospette sulla sua carta di credito. Potrebbe indicare il PIN così possiamo bloccare la carta?”
  • “Ci serve il suo codice di sicurezza per autorizzare una transazione non riconosciuta.”
  • “Abbiamo bisogno di alcune conferme per procedere con la messa in sicurezza del suo conto. Può dirmi il suo numero di conto/tracking della carta?”

Queste richieste, spesso mascherate dietro un linguaggio formale e rassicurante, sono sempre un campanello d’allarme. In ogni caso, se la chiamata sembra provenire dalla banca, è opportuno riagganciare e ricontattare la filiale tramite i canali ufficiali. Mai lasciarsi sopraffare dall’urgenza, che è uno dei trucchi preferiti dai cybercriminali per inibire il senso critico.

Strategie di prevenzione e difesa: cosa fare in caso di chiamata sospetta

La difesa contro le truffe bancarie telefoniche richiede attenzione costante. Le principali azioni preventive da adottare sono:

  • Non fornire mai dati identificativi, codici, numeri di carte o di conto a nessuno che si presenti al telefono come operatore bancario.
  • Non rispondere a domande che prevedano un consenso generico, in particolare evitare di dire “sì”, che può essere utilizzato come assenso fraudolento.
  • Verificare sempre il numero del chiamante: purtroppo con lo spoofing può apparire come ufficiale, quindi è importante non fidarsi del solo numero visualizzato.
  • Riagganciare immediatamente se si avverte anche solo il minimo dubbio.
  • Contattare la propria banca attraverso numeri noti e verificati prima di intraprendere qualsiasi azione.
  • Segnalare l’accaduto alle autorità competenti e informare la propria banca nel caso si ritenga di essere stati vittima di una truffa.

L’85 per cento delle frodi bancarie in Italia nasce da un contatto telefonico, spesso attraverso voci gentili che si spacciano per operatori del proprio istituto di credito o per soggetti di fiducia, come il gestore telefonico o enti pubblici. Gli anziani, sempre secondo rapporto CERTfin, sono tra le categorie più colpite, proprio a causa della maggiore vulnerabilità emotiva.

Occorre rafforzare la cultura della prevenzione digitale: essere informati sulle modalità d’azione dei truffatori è il primo antidoto contro le insidie del cybercrime. La segnalazione tempestiva di chiamate sospette può aiutare a limitare la diffusione dei fenomeni e a proteggere chi è più a rischio.

Solo una diffusa consapevolezza e una maggiore attenzione all’origine delle telefonate possono ridurre significativamente il rischio di cadere vittima di queste truffe. In nessun caso una vera banca o ente finanziario richiederà al telefono numeri di conto, codici di sicurezza o altre informazioni personali. È fondamentale ricordare che la sicurezza comincia da comportamenti responsabili e dalla conoscenza dei meccanismi utilizzati dai malintenzionati.

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